Tra tapas e haṭha

pratiche ascetiche tra storia, etnografia e testi

con Laura Liberale, Silvia Patrizio e Daniela Bevilacqua

 

Foto di Alberto Beggio © tutti i diritti riservati

 

“Nonostante la sua attuale popolarità globale (o forse proprio a causa di essa), spesso manca una comprensione chiara dei contesti storici dello yoga nell’Asia meridionale, nonché della gamma di pratiche che esso comprende. Ciò è dovuto, almeno in parte, all’accesso limitato al materiale testuale.
[…] Nell’ambito della trasmissione recente dello yoga, la quasi totale egemonia di un numero esiguo di sistemi basati sulla pratica posturale ha rafforzato una visione ristretta e monocromatica di cosa sia lo yoga e di come esso operi, e ciò è ancora più evidente se confrontiamo questa visione con l’ampio spettro di pratiche presentate nei testi premoderni.”
Mallinson, Singleton, Le radici dello Yoga [1]

 

Come vi abbiamo anticipato, ecco finalmente il programma dettagliato!

Dopo un anno di pausa forzata ci rimettiamo in cammino con gli approfondimenti di Darśana – Visioni che dal 2018 ci accompagnano durante l’anno sociale come occasione di ricerca, scambio e incontro. Il cammino, iniziato con il percorso di introduzione alle filosofie dell’India e proseguito con un approfondimento alla pratica testuale, sarà inaugurato anche quest’anno, come da tradizione, da Laura Liberale che ci presenterà un approfondimento testuale sulla figura dell’asceta rinunciante secondo la visione “classica”, a partire dal suo ultimo libro fresco di stampa Rinuncia (AnimaMundi, 2021).

A seguire ancora una volta la nostra Silvia Patrizio che ci guiderà in un raccordo storico pre e post Patañjali, con un approfondimento sulle pratiche ascetiche dal V sec. a.C. alla modernità.

Sarà poi la volta di Daniela Bevilacqua che completerà la visione tridimensionale con i suoi contributi “dal campo”, mettendo in dialogo testi e tradizioni con le pratiche degli asceti contemporanei: uno sguardo inedito per ampliare l’angolo di visuale e mettere in discussione quell’idea dell’India “monoculare” che spesso è figlia di un’immaginario mitico fermo nel tempo.

La domanda – di ispirazione alleniana – che fa da sfondo a questo percorso che abbiamo chiamato “tra tapas e haṭha” è infatti: cosa intendiamo quando parliamo di tapas? E ancora: di cosa parliamo quando parliamo di haṭha yoga?
Cosa intendiamo quando parliamo di “yoga tradizionale”?

 

IL PERCORSO

Il percorso è articolato “a tappe” secondo tre direttrici o angoli di visuale dominante: testuale, storico ed etnografico.
Una costruzione modulare che consente la massima fruibilità: ogni incontro è infatti autoconclusivo ma è allo stesso tempo collegato con un filo al precedente e al successivo.
In questo modo chi potrà seguire solo alcuni incontri avrà una visione parziale ma coerente rispetto al punto di vista dell’incontro, mentre chi seguirà tutto il percorso avrà una restituzione tridimensionale e più approfondita del tema, anche nelle sue contraddizioni.

Il percorso è aperto a tutti i livelli di conoscenza: non sono richiesti requisiti di ammissione se non la curiosità e l’interesse. Verranno messe a disposizione le registrazioni audio e le slides utilizzate.

 

CALENDARIO INCONTRI

 

I. L’asceta rinunciante con Laura Liberale
  • Domenica 17 ottobre, orario 10-13

L’incontro metterà a fuoco la definizione di “tapas” e le sue connessioni ai temi mitici (coi debiti riferimenti testuali) per poi concentrarsi sulla figura dell’asceta rinunciante, usando come filo rosso le Upaniṣad della rinuncia, e dunque: le varie espressioni tradizionali del percorso ascetico, la prassi (con escursioni nei testi sul dharma), il significato della rinuncia.

 

II. Tra tapas e haṭha: un raccordo storico con Silvia Patrizio
  • Domenica 21 novembre, orario 10-16

Si esploreranno, attraverso testimonianze brahmaniche, buddhiste e jaina, le prime menzioni di tecniche ascetiche (tapas) e meditative, anticipazioni dello sviluppo che lo yoga seguirà nella sua storia successiva. Tra queste tecniche, intese come possibili risposte al problema del karma e della rinascita, assume particolare importanza il controllo del respiro (prāṇāyāma).
Guardare alle origini permetterà di addentrarsi più consapevolmente nelle forme che le tecniche yoga, in particolare quelle definite ‘tantriche’, assumeranno nell’India medievale fino ad essere assimilate nello haṭha yoga di età moderna. Si setacceranno, così, continuità e discontinuità di un cammino che, all’incirca dal V sec. a.C., condurrà alle soglie della contemporaneità.

 

III. Tapas, haṭha e yoga tra gli asceti indiani. Un percorso storico ed etnografico con Daniela Bevilacqua
  • Sabato 4 dicembre, orario 10-16

Questo incontro ha due scopi principali: da una parte contestualizzare storicamente ed etnograficamente l’ascetismo Hindu a partire dal IV secolo d.C, e dall’altro contestualizzare storicamente ed etnograficamente le pratiche di haṭha yoga, tapasyā e yoga tra gli asceti.
In una prima parte, perciò, faremo una introduzione ai movimenti tantrici e devozionali per comprendere l’origine e i sostrati teorici su cui si basano alcune delle principali sampradāya (ordini religiosi) presenti nell’India del nord, sottolineando il simbolismo ascetico dei vari ordini e le caratteristiche distintive. Tale sostrato teorico sarà anche fondamentale per comprendere lo sviluppo delle pratiche dell’haṭha yoga da un punto di vista testuale e archeologico, per poi confrontarlo con l’idea di haṭha yoga presente tra gli asceti contemporanei. Questo ci permetterà di riprendere il tema del tapas presentato negli incontri precedenti e analizzare la continuità tra passato e presente. In ultimo, introdurremo la yoga sādhanā degli asceti: svilupperemo le varie parti esterne (dando una enfasi soprattutto ad āsana, prāṇāyāma e kriyā) e affronteremo poi la parte interne fino al samādhi, sottolineando l’importanza di temi quali mokṣa e karma.

 

 

RELATRICI

Laura Liberale scrittrice, tanatologa e indologa, è laureata in Filosofia (Università degli Studi di Torino) e dottore di Ricerca in Studi Indologici (Università La Sapienza di Roma). Docente di scrittura al Master in Death Studies & the End of Life (Università degli Studi di Padova), tiene corsi di formazione nell’ambito filosofico e in quello delle Medical Humanities. Ha ottenuto riconoscimenti in svariati premi di poesia e narrativa. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie. Ha pubblicato i romanzi Tanatoparty (Meridiano Zero, 2009), Madreferro (Perdisa Pop, 2012), Planctus (Meridiano Zero, 2014); le raccolte poetiche Sari – poesie per la figlia (d’If, 2009), Ballabile terreo (d’If, 2011), La disponibilità della nostra carne (Oèdipus, 2017); Unità stratigrafiche (Arcipelago itaca, 2020), i saggi indologici I mille nomi di Gaṅgā (Edizioni dell’Orso, 2003), I Devīnāmastotra hindū – Gli inni purāṇici dei nomi della Dea (Edizioni dell’Orso, 2007), I nomi di Śiva (Cleup, 2018), Visioni infernali dell’India (Padova University Press, 2021), Rinuncia (AnimaMundi, 2021). È presente tra gli autori di Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Collabora con Aśvattha dal 2018 con “Sabato Mattina Filosofico” e “Darśana – Visioni” sin dalla prima edizione.

 

Silvia Patrizio, laureata in Scienze Filosofiche all’Università di Pavia, ha frequentato il Master “Yoga Studies: corpo e meditazione nelle tradizioni dell’Asia” all’università Ca’ Foscari di Venezia, laureandosi con una tesi sul testo Yogasūtra di Patañjali (relatori Federico Squarcini, Gianni Pellegrini) che vince il premio YANI per le tesi di master dedicate allo yoga*. Laureata con lode presso la facoltà di Scienze delle Religioni, interateneo tra Padova e Venezia, con una tesi dal titolo “Parole per farsi. La pratica del testo e l’esempio degli Yogasūtra” (relatori Federico Squarcini, Gianni Pellegrini) che vince il premio YANI per le tesi magistrali dedicate allo yoga*. Presso l’ateneo ha potuto avvicinarsi allo studio del sanscrito, diplomandosi alla Summer School in Spoken Sanskrit col maestro Sadananda Das presso la Universität Leipzig. Diploma di insegnante di yoga al corso qudriennale di formazione con Patrick Tomatis. Socia di Aśvattha ha collaborato con il progetto “Darśana – Visioni” sin dalla prima edizione.
* Entrambe le tesi sono visionabili e scaricabili dal sito della YANI

 

Daniela Bevilacqua, indianista, ha ricevuto il titolo di dottore di ricerca in Civiltà dell’Africa e dell’Asia presso la Sapienza Università di Roma e in antropologia presso l’università di Paris Nanterre. Ha partecipato all’Hatha Yoga Project, progetto finanziato dall’ European Research Council (ERC). Attualmente è Associate Researcher presso SOAS (School of Oriental and African Studies), Università di Londra.

 

LO SPAZIO

Aśvattha è una piccola associazione sportiva dilettantistica fondata da Alberto Beggio nel 2012 che ha tra i suoi obiettivi la promozione, la diffusione, la conoscenza e la pratica dell’attività sportiva in genere, con particolare finalità ed interesse per lo Yoga e più in generale per le attività di ginnastica finalizzata alla salute ed al fitness rivolte ad ottimizzare lo stato psicofisico, in particolare in relazione alle discipline orientali. Oltre ai corsi regolari in sede e in altri contesti educativi e informali, promuove attività di formazione e aggiornamento anche a carattere culturale.

Alberto Beggio e Manuela Piccardo formatisi con Walter Thirak Ruta della Scuola Pramiti di Ventimiglia secondo gli insegnamenti di Sri Sri Sri Satchidananda Yogi, continuano ad approfondire la pratica con seminari di formazione sia in Italia sia in India, presso lo Sri Vasavi Yogashram di Madras, gestito da Balaji Anbu Sivam, discepolo del Maestro.
Soci YANI ordinari cercano di contribuire alla diffusione di uno yoga di qualità dedicandosi con passione alla pratica e continuando a cercare e creare occasioni di formazione continua.

Perché Darśana?

Tutto parte dalla ricerca di un titolo per il percorso di introduzione alle filosofie dell’India che avevamo in programma per il 2018-19 e dall’incontro con la foto di copertina, che è appesa nella nostra casa, una foto che Alberto fece molti anni fa durante un reportage a Varanasi.
Abbiamo pensato che potesse restituire quell’idea di molteplicità, di apertura: un uomo avvolto in un dhoti che sgrana una mālā seduto sui ghat a Varanasi, indossando degli occhiali da sole. Non sappiamo cosa stia guardando esattamente, possiamo solo immaginarlo.
Ci piace l’idea che la parola darśana [2], spesso interpretata proprio con il termine “filosofia”, sarebbe da tradursi più fedelmente rifacendosi alla matrice etimologia della parola (dṛś – vedere): sarebbe dunque più opportuno parlare di “punto di vista”, “angolo di visuale”, “prospettiva (sull’esistente)”, riferendosi, quindi, più chiaramente ad una “comprensione” visiva delle molte prospettive spalancate sulla realtà (unica) [3].
Quale titolo migliore per il percorso che avevamo in mente?!?

Questo ciclo di incontri rimane per noi un’occasione di ricerca e approfondimento per coinvolgere ricercatrici e praticanti che mettano in discussione il noto e conosciuto e ci portino a uscire dalla nostra zona di comfort per abitare la scomodità e la complessità di quella pratica che è yoga.

 

INFORMAZIONI PRATICHE

Il corso è rivolto esclusivamente a soci e socie dell’Associazione.
É possibile associarsi facendone richiesta e versando la quota annuale di euro 20,00 comprensiva di assicurazione che consente di partecipare a tutte le attività del centro e alle lezioni.

Nel rispetto delle norme COVID-19 il numero massimo di partecipanti è di 10.
Pur prediligendo la partecipazione in presenza, sarà possibile partecipare in diretta streaming avendo accesso a tutto il materiale condiviso dalle relatrici.

Sarà necessario mantenere il distanziamento fisico e indossare la mascherina all’arrivo e negli spazi comuni. Per accedere allo spazio è necessario essere munitǝ di green pass valido. Verrà rilevata la temperatura all’arrivo e verranno rispettate le norme sul tracciamento.

 


 

Per iscrizioni
Mail: utilizza il modulo nella pagina Contatti
Telefono: 349 6053395 Manuela Piccardo
Il programma completo

 

 

[1] Mallinson, Singleton, Le radici dello yoga, Casa Editrice Astrolabio, 2019.
[2] Pellegrini, Guagni, Drocco, Squarcini, Glossario in “Yoga teoria e pratica”, Corriere della Sera, 2018.
[3] Magnone (a cura di), Patañjali. Introduzione a “Aforismi dello Yoga (Yogasūtra)”, Magnanelli, 1991.

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