MAKARA KRIYĀ

Tra le pratiche che solitamente proponiamo in primavera c’è quella (adorata!) dei Makara kriyā, una serie di ripetute torsioni eseguite a terra.
Si tratta di una pratica che il Maestro proponeva spesso prima dei Saluti al Sole, come sorta di preparazione, Yoga Vyāyāma, oppure come vera e propria Yoga Sādhana, con numerose varianti e ripetizioni.
A noi piace praticarla e proporla in entrambi i modi, e riteniamo che sia uno dei migliori “regali” ricevuti da Samiji perché semplice, sicura, adatta a tutti i livelli e che richiede una buona presenza ma induce quello stesso tipo di calma che porta la ripetizione di un mantra.

Qui proponiamo qualche variante, ritrovata sul libro “Yoga per tutti” di Philippe de Mèric* che nel capitolo 23 la propone come “Una serie ‘lampo’ per persone affaticate”.

“[…] vi proporremo una serie più tranquilla e molto meno nota, che meriterebbe peraltro d’essere maggiormente conosciuta per parecchie ragioni.
Questi esercizi, che provocano una specie di frizione della colonna vertebrale, attivano la circolazione sanguigna generale, massaggiano dolcemente le vertebre e favoriscono la digestione. In apparenza non c’è alcuna controindicazione nei loro confronti, in quanto non richiedono ne sforzi dolorosi ne particolari qualità atletiche.
Il loro nome deriva dalla mimica, che all’incirca riproduce i «movimenti del coccodrillo che esce dal fango dopo il suo pasto». Benché vi siano dei dubbi circa questa analogia, ciò non toglie nulla all’interesse dell’esercizio.”

La loro peculiarità è quella di svolgersi da sdraiati (solitamente schiena a terra ma anche pancia a terra…) mantenendo la colonna in allungamento e le braccia aperte a croce o un poco più basse, tenendo le spalle come punto fisso: sarà il bacino, infatti, il fulcro della rotazione, rotazione che si intesificherà ingaggiando maggiormente le spalle, mano a mano che le varianti accorceranno la leva della gambe (dalle gambe stese alle gambe flesse ad esempio).
La testa può ruotare, se libera, o rimanere fissa con lo sguardo al soffitto cercando di mantenere il collo allungato e rilassato anche nel momento in cui le spalle fossero rigide e sollecitate dalla rotazione del bacino: in quel caso occorre la giusta disponibilità e fluidità per lasciarle sollevarsi, quanto serve, continuando in modo dinamico le rotazioni e solo dopo molte ripetizioni provare a permanere nella statica, aiutandosi con la mano a terra (del lato della rotazione) per “invitare” la spalla opposta a cercare il terreno; in caso di rigidità del dorso e del conseguente “grande sollevamento” della spalla opposta, con il rischio di “spingere” la mano-avambraccio verso terra con il conseguente rischio di puntare così la spalla verso l’alto (l’opposto della direzione del lavoro), potrebbe essere utile provare a ridurre la leva del braccio, piegandolo al gomito con la mano verso la testa o con qualunque altra variante che non irrigidisca, ma permetta di rimanere e respirare nell’agio.

Consigliate tante ripetizioni dinamiche per variante, che si possono eseguire a polmoni pieni: inspiro – trattengo – ruoto su un lato- ritorno al centro – espiro, e ripeto dall’altro lato e continuo.
Dopo che si sente di aver “esaurito” la ricerca per quella variante, si passa alla successiva. In base al tempo e alle necessità si possono selezionare le varianti più utili.
Utile potrebbe essere cominciare con qualche estensione laterale “scarica” da terra, come quelle che de Mèric propone in chiusura, e cominciare con almeno un paio varianti a gambe allungate prima di passare ad altre più “corte” che ingaggiano maggiormente le spalle ma che permettono di permanere nella statica.

Al termine si possono nuovamente eseguire allungamenti isometrici e rimanere qualche momento in śavāsana oppure passare pancia a terra in varianti di makarāsana

“Questo insieme di esercizi viene spesso considerato dai maestri yogi come una preparazione a una seduta di posizioni completa.
Per noi rappresenta un avviamento, scelto fra numerosi altri, che ha il merito di essere alla portata di tutti in quanto richiede pochissimo tempo.
Potrete esercitarvi al mattino o alla sera prima di coricarvi, per prepararvi al sonno, a meno che non vogliate eseguire questi esercizi fra due delle serie che troverete in questo libro.”

Per noi è la tipica pratica “per tutte le stagioni” e che consigliamo anche di praticare a casa, lasciandosi guidare dall’innata conoscenza del corpo, il nostro grande Maestro.

____________________

*Philippe de Mèric, Yoga per tutti, Garzanti Editore, 1971, pp. 235-241

Iscriviti alla Newsletter


Rimani aggiornato sulle attività di Aśvattha come seminari e retreat.
In qualsiasi momento potrai modificare
o cancellare la tua iscrizione.

La tua iscrizione è andata a buon fine!

Pin It on Pinterest