Pratica e illuminazione sono una cosa sola. E poiché la pratica ha le sue radici nell’illuminazione, anche la pratica del principiante possiede la pienezza dell’illuminazione, perché è in lui già dall’origine. Per questo, nel dare istruzioni sulla modalità della pratica, [il maestro zen] mette in guardia il discepolo di non cercare un’illuminazione al di là della pratica, ma di concentrarsi solo sulla pratica, senza mirare ad altro, perché questa forma di meditazione coincide con il risveglio della sua mente.

E dato che è proprio illuminazione della pratica, non c’è fine all’illuminazione; e dato che è pratica della realizzazione, non c’è inizio alla pratica.

 

Dōgen, Shōbōgenzō

Ringraziamo Silvia Patrizio per questo contributo che ha portato all’interno di Darśana – Lo Yoga attraverso lo sguardo dei testi.

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